Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/324

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— Oh, che peccato! Ella sarebbe riuscita meravigliosamente, colla passione che ha! Le sarebbe stato un passatempo! Non può pregare Don Antonio, che è così buono, a noleggiargliene un altro?

— ....Non ho coraggio.

— Povera signorina!

Adelaide sentì fino in fondo all'anima quel compianto, il primo che le fosse rivolto, dolce come un'inaspettata carezza.

Alzò i grandi occhi cerchiati in faccia a Micheluccio ed incontrò quelli di lui, lucidi e neri, che la fissavano intensamente.

— No....- diss'ella con voce tremante, — non oserei chiedere altri sacrifizi a mio fratello.... che è stato anche troppo buono con me!... Lei la sa, non è vero, la mia storia?...

— Sì, signorina, so, so tutto! Ed è anche per questo che mi interesso immensamente — immen-sa-men-te! — a lei! Sapevo la sua storia, e un presentimento mi diceva che un giorno l'avrei conosciuta, avvicinata....

— Davvero?...

— Perchè non vuol credermi?...

E gli occhi oblunghi, socchiusi, di Micheluccio, si piantarono nuovamente su lei avvolgendola in un cerchio di fuoco. Adelaide sentiva quegli occhi, più che non li vedesse; era un calore, una luce, una felicità e un malessere insieme, che la turbavano troppo....

(Sotto alla tavola un piede cauto cercava il suo piede?...)

— Il suo destino deve mutare, signorina; ne