Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/330

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— Verrà?...

Ogni mattina e ogni sera Adelaide ripeteva a sè stessa questa domanda, con un'inquietudine sempre più viva, mano a mano che il tempo passava. E le giornate sfilavano infatti, uniformemente grigie, ancora più solitarie ora che le sorelle e la Zia tacitamente le avevano dimostrato il desiderio di vederla il meno possibile.

Senza un lavoro, senza un libro, ella stava nella sua cameretta a tramontana colle mani in grembo, oppure lungamente a guardarsi e riguardarsi nello specchio che rifletteva un viso sempre più pallido, ed occhi che in quel pallore sembravano sempre più ansiosi e più cupi. Pregare? Ah no! ella non poteva pregare più! Dieci anni di costrizione avevano fatto di lei quasi una ribelle... era giunta al punto da non poter più sentire la campanella del vicino oratorio senza sussultare di contrarietà e di paura....

Zia Zelinda l'accompagnava ogni mattina alla messa dell'alba; andavano e venivano senza scambiare una parola, ma ella passava il tempo della messa, col viso tra le mani, spiando fra le dita se dietro una colonna, o nella penombra d'un'arcata vedesse luccicare gli occhi e scintillare i denti di Micheluccio.