Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/331

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— Verrà?... Verrà??...

Ma i giorni passavano, ed egli non veniva.

Era il maggio; un maggio caldo, pieno di rose, una precoce estate. Nelle lunghe notti tiepide una pioggerella fine cadeva crepitando sulle foglie, e dagli orti saliva l'odore della terra bagnata, e il profumo della madresilva, e la snervante mollezza della primavera. Adelaide non dormiva....

Come tutto era bello, voluttuoso, dolce!

Spesso, quando la casa era immersa nel sonno, ella scendeva scalza dal letto, coi capelli sciolti, le braccia ignude; si gettava sul da vanzale della finestra, protendeva avidamente la testa fra i cespugli di madresilva, ne afferrava qualcuno colle labbra, ne mordeva qualche fiore.... e lungamente aspettava.... sospirava.... piangeva....

Al di là del muro dell'orto, una voce maschia cantava:


Sti silenzi, sta virdura, Sti muntagni, sti vallati L'ha criati la natura Pe' li cori 'nnamorati.

— Lui?....

Ma il viandante si allontanava cantando, e l'eco dei suoi passi svaniva nella notte plenilunare.

In una delle sue veglie alla finestra Adelaide sentì una notte salire dal giardino un lamentìo fioco che pareva quasi d'un piccolo essere umano dolorante.

Tese l'orecchio.... Il lamento si ripeteva più