Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/43

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all'improvviso gli occhi le si velarono ed ella cadde lunga distesa sull'erba.

Tutti diedero un grido e accorsero.

— Non fate confusione, non è nulla! — disse il dottor Fabrizi con autorità. — Probabilmente questo.... questo deliquio....è apportatore di una buona notizia.

E da quel momento Rosa divenne una creatura sacra.

— Dato che certi desideri, certi capricci, della futura madre durante la gravidanza possono costituire delle vere sofferenze se non appagati nei limiti del possibile, e for-se an-che recar nocumento al nascituro, io consiglierei alla contessa Clemenza di accontentare la contessina, — sentenziò il dottor Fabrizi.

— Vorrei quella di casa....- azzardò con voce appena intelligibile la gestante.

— Cara, — rispose la suocera, — la polenta è sempre eguale dappertutto. Farina, acqua, sale....

Dopo una lunga attesa comparve Giovanna con un vassoio d'argento, e sul vassoio un piatto, e sul piatto una salvietta, e sulla salvietta un quadratino giallo della grandezza di una fetta di crema. Sulla salvietta erano ricamati in rilievo la corona e lo stemma dei Novelli-Casazzi, e la polenta ne aveva ricevuto al rovescio la chiarissima impronta.