Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/183

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state tranquillo; i vostri desiderii sono per me comandi.

— E medesimamente, continuò il giovine infervorandosi sempre di più, se vi accorgeste d’essere seguita, i vostri passi esplorati, le vostre conversazioni prese in sospetto da vostro padre e da quell’orribile Giacobbe che io detesto; ebbene! o Rosa, sacrificate me sull’istante, me che più non vivo che per voi, che più non ho al mondo che voi, sacrificatemi, e non vedetemi più mai.

Rosa si sentì serrare il cuore, e spuntarono su i suoi occhi le lacrime.

— Ahimè! sospirò ella.

— Che? dimandò Cornelio.

— Vedo una cosa.

— Che vedete?

— Vedo, disse la giovinetta singhiozzando, vado che amate tanto i tulipani, che non resta posto nel vostro cuore per un altro affetto.

E se ne fuggì.

Cornelio passò la serata dopo la partenza della giovinetta, e una delle più cattive nottate che avesse mai passato.

Rosa era scorrucciata contro di lui e aveva ragione.

Ella forse non ritornerebbe più a vedere il prigioniero, non avrebbe più nuova nè di Rosa nè de’ suoi tulipani.

Ora, come spiegheremo noi il bizzarro carattere dei veri tulipanieri tali quali esistono ancora nel mondo?

Lo confessiamo a smacco del nostro eroe e della