Pagina:Dumas - Il tulipano nero, 1851.djvu/307

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Del resto fu una gran fortuna per Boxtel che Dio gli spedisse proprio a tempo quell’attacco apopletico fulminante, che gli tolse di vedere più a lungo cose tanto dolorose al suo orgoglio e alla sua avarizia.

Poi al suono di trombe la processione ripreso il suo cammino senzachè niente fosse cambiato nel ceremoniale, se togli Boxtel morto, e Cornelio e Rosa trionfanti che camminavano accanto impalmati.

Quando si fu rientrati al palazzo comunale, il principe accennando col dito a Cornelio il sacchetto di cento mila fiorini d’oro:

— Io non so bene, diss’egli, da chi sia guadagnato quel denaro, se da voi o da Rosa; perchè voi avete ritrovato il tulipano nero, ella lo ha allevato e fatto fiorire; cosicchè offrendolo ella per dote non sarebbe giusto. D’altronde è il dono della città di Harlem fatto al tulipano nero.

Cornelio stava attento per sapere che volesse inferire il principe, che continuò:

— Io dono a Rosa cento mila fiorini, che ha ben guadagnati e che può offrirvi; sono il premio del suo amore, del suo coraggio e della sua onestà. Quanto a voi, o signore, grazie pure a Rosa che ha portato la prova della vostra innocenza, — e dicendo queste parole, il principe porse a Cornelio il famoso foglio della Bibbia, sul quale era scritta la lettera di Cornelio de Witt, e che aveva servito a rinvoltare i tre talli; — quanto a voi si è convinti che siete stato carcerato per un delitto che non avevate commesso. Perciò non solo siete libero, ma ancora i vostri beni come innocente sono per non confiscati, e vi sono resi. Signor Van Baerle, voi siete il battezzato