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parte terza - capitolo vii | 225 |
detto effetto: che saria prima levare la causa che non lascia venire denari per la robba che si estrae, e introdur gli accidenti de’ quali il Regno è privo, che la qualitá del Regno può comportare; con l’altre provisioni, che conservino e agiutino gli accidenti predetti. Le quali cose tutte dovriano essere facili, essendo vera la proposizione che, conosciuta la causa del male, sia facile il remedio. Ma, perché, come si è detto nel principio e per esperienza si vede, non sempre è possibile, e il piú delle volte difficile secondo la potenzia delle cause: perciò, essendo la causa, che non permette venire li denari della estrazione della robba, potentissima, levarla o non sará possibile o pur difficile, e altretanto l’introduzione degli altri accidenti che può comportare la qualitá del Regno. Della qual possibiltá e difficoltá si ha da trattare.
CAPITOLO VII
Della difficoltá o possibiltá delli espedienti predetti.
Le cause, che non permettono che vengano denari in Regno, ancorché ogn’anno se ne estraa robba da circa milioni sei, sono l’entrate che tengono forastieri in Regno, che, come dice il detto De Santis, non vi è remasto piú né vita né robba per obligarvi, l’industrie che vi fanno con le robbe che vengono da fuora per il bisogno del Regno; le quali cose tutte ascendeno a molto piú che possa importare la robba che si estrae, ancorché fusse di somma maggiore, le quali non permetteno che vengano denari per le robbe predette. E tutte quasi pareno impossibili a levarsi, o difficilissime, o con ruina e danno del Regno tutto o d’infiniti particulari, che forsi, tentando questi remedi, saria un causare maggior male. E, per far meglio intender questo, se si vuol parlare di levare la causa dell’entrate che tengono forastieri, questo non si potria fare se non col ritornar loro li denari; e questo, oltre d’essere impossibile al Regno, quando fusse, non li saria espediente, ché saria privarlo afatto nel stato che si ritrova, e non farlo abbondare di denari. Se