Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/295

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d’argento, se non è per fortuna in mano di chi per sola curiositá lo conserva? Segno ben manifesto che le nostre monete, i nostri ori ed argenti colano tutti in quelle parti senza far piú ritorno: onde, se non fosse il costume barbaro di quei tiranni, d’appropriare a se stessi i beni di ciascuno che muore, privandone i figli del defonto, dal che nasce poi il restarne sepolta si gran quantitá d’oro sotterra di quei ricchi che lo nascondono, sarebbe fra loro cosi abbondante Toro come fra noi il ferro. Anzi vi sono regni nell’Asia colá verso la Tartaria, ove i ricchi, non per lasciarlo a’ figli, ma per uso proprio nell’altro mondo, ove credono ciecamente potersene valere, ne seppelliscono quanto ne possono adunare.

Ora ciascuna di queste cause, che in qualunque maniera riceva alterazione, può alterare i prezzi di questi metalli, e far che l’oro ora per piú ora per meno si baratti. E forse niun’altra ragione addur si può dell’esser divenuto piú caro l’oro dell’argento dal tempo che scrive il Bodino, ch’egli valeva dodici d’argento, al tempo nostro, che ne vale quasi quindici, se non che il commercio di Levante, che avanti Francesco primo era quasi solo in mano de’ veneziani e genovesi, apertosi a’ francesi e spagnuoli ancora, per mezzo degli ebrei, scacciati di Spagna e ricovrati in Turchia, che hanno cominciato di lá a venir ne’ porti di cristianitá a mercantare, ha portato via sempre piú d’oro che d’argento: mentre, sebbene l’argento ci va, resta però egli in giro di mercanzia; ma l’oro, caduto che sia una volta nelle mani de’ grandi e nel casná del gran signore, mai piú rivede il sole, non che la patria.

CAPITOLO VII

Delle monete di rame e delle altre d’argento di bassa lega, e loro proporzione con quelle d’oro e d’argento.

Oltre le monete d’oro e d’argento fino, si costumano altre minori di bassa lega, cioè di rame e d’argento mischiato in varia proporzione, e talune di rame schietto, l’uso delle quali