Pagina:Elogio funebre del colonnello Francesco Nullo.djvu/7

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rito su la creta? Spinto dall’amor della patria, raddoppia di zelo e di energia, quantunque volte il numero de’ nemici cresce, e non tanto la politica idea lo sospinge, quanto il pensiero di veder libera l’Italia già calpestata dall’unghia del cavallo tedesco o dalle armi francesi piegata, non vinta. Egli non odia nè l’uno nè l’altro, in cuor liberale non entra odio o vendetta; egli vuole la patria sua, ed ogni uomo ha diritto di averne una. Egli combatte, come gli eroi combattono, per una causa giusta, consentita da Dio e dagli uomini, per la causa della sua terra natale.

La campana della Gancia suona a stormo: tutto un popolo si sveglia alla voce di Dio. Lo squillo che altra volta lo convocava a pregare, or lo chiama a combattere. Come la tromba dell’Angelo risvegliatore, quello squillo infonde la vita nelle ossa ammonticchiate: i cadaveri diventano uomini, gli uomini eroi. Palermo non ha obbliato di essere la città de’ vespri. Una volta i Francesi, ora vuol cacciati i pretoriani. La Sicilia si commuove a quel suono, e ascolta: il grido di guerra rimbomba su per i monti, per le valli e per i piani. La tirannide secolare è scossa; un popolo non giace eterno nel suo sepolcro. Siccome il Cristo dopo tre giorni dalla morte, il popolo leva il capo dopo i secoli di avvilimento, e si mostra ai suoi crocifissori vegeto e vivo e fiorente di bellezza, e dice loro: mi avete ferito, ma non morto, mi avete sepolto, ma non ucciso. Un popolo non muore; si addormenta un istante, poi sorge tremendo. L’ira di un popolo è l’ira di Dio inesorabile, onnipotente. Le ossa delle lunghe generazioni han bisogno della voce di un Profeta che le riscuota. Questa voce fu udita, le ossa si animarono. Garibaldi, il profeta del secolo decimonono, pronunzia la parola di guerra, ascende un naviglio, di mille uomini si circonda, degni delle Termopili, sfida i cannoni nemici, pone il piede in Marsala; le moltitudini gli si aggrappano intorno, come al loro liberatore. Uno di que’ mille che vanno al conquisto del vello d’oro, al conquisto della indipendenza d’Italia è Francesco Nullo. Dopo di essere stato tra le guide di Garibaldi dal Ticino al Tonale, non può