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Poesie 43


In paramenti di velluto un panciuto calabrone
sonnolento canta col naso le preghiere rituali;

due locuste passan tirando una scorza di nocciuola,
250in cui siede un farfallino arricciandosi i mustacci;

farfallini di mille specie dietro lui vengono in fila
tutti facili all’amore, tutti mondani e galanti,

vengono i musicisti: zanzare, scarabei e maggiolini
e la sposa, la violetta, li attende dietro l’uscio.

255Svelto araldo infine un grillo salta sulla mensa regale,
sui piè di retro s’erge, s’inchina, batte gli sproni,

tossisce, s’abbottona la casacca ad alamari:
«Ci permettete, Signori, di far le nozze accanto a voi?»

XXVI.

MORTUA EST.


Qual lampada votiva su umidi sepolcri,
qual tocco di campana nelle ore sante,
qual sogno che bagna l’ala nel dolore,
così hai tu varcato i confini del mondo.

5Li hai varcati quando il cielo è una pianura serena
con fiumi di latte e fiori di luce;
quando le nuvole sembran foschi palazzi,
che la luna regina visiti l’un dopo l’altro.

Ti vedo come un’ombra di lucido argento
10muover verso il cielo coll’ali alzate,
salir, pallido spirito, la scalea delle nuvole,
tra una pioggia di raggi, nevischio di stelle.

Un raggio ti solleva, un canto ti porta
colle bianche braccia incrociate sul petto,
15mentre s’ode prillare il fuso degl’incantesimi;
argento è sull’acque ed oro nell’aria.