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Poesie 91


95non ebbero che a dare un cenno e tutto l’occidente
a migliaia di schiere armate riversò in oriente;

per la vittoria della croce inondarono i nostri campi,
dal profondo dei boschi usciti e persino dai deserti,

col lor fragore il mondo dai cardini scuotendo,
100e oscurando l’orizzonte con lor migliaia di scudi;

selve di lance e spade si mossero spaventose,
impaurito tremò il mare sotto migliaia di navi!

Tu non sai quanti eserciti si raccolsero a Nicopoli
a tenermi fronte, quali mura di freddo acciaio!

105Quando numerosi come le foglie vidi i nemici,
con odio inesorato borbottai nella barba,

e su di lor giurai di passar glorioso,
e degli aitar di Roma far greppia al mio cavallo!

Or tu con un bastone pensi difenderti da me?
110e che, portato dalla vittoria, un vecchio mi trattenga?

— Un vecchio, sì, Maestà! Poi che il vecchio che tu vedi
non è uomo da nulla, ma il Voivoda della Terra-rumena!

Mai ti farei l’augurio che tu ci conoscessi ai fatti,
poi che allora il Danubio annegherebbe tra le sue onde spumeggianti il tuo esercito.

115Molti da noi vennero nel corso dei secoli; a cominciar da quel superbo
Dario d’Istaspe, di cui ancor parlano i nostri vecchi;

molti nel corso dei secoli gittàr ponti sul Danubio,
su cui con terror del mondo passàr orde innumerevoli;

re e imperatori alla cui ambizione il mondo era poco
120vennero qui da noi a chieder terra ed acqua;

eppur.... (lodarmi non voglio e neppur farti paura)
come vennero, in terra e acqua le lor schiere si conversero.

Ti vanti d’aver dinanzi a te sgominato schiere e schiere
di lucido acciar vestite, conti, re, imperatori?