Pagina:Eminescu - Poesie, 1927.djvu/182

Da Wikisource.
104 Eminescu


45Ed ella parlandogli in sogno
      geme con tristi sospiri:
O dolce delle mie notti Signore,
      perchè non vieni tu? vieni!

Scendi giù, bell’Astro carezzevole
      50scivolando lungo un tuo raggio,
entra nella casa e nell’anima mia
      e rischiarami la vita!

Ascolta egli palpitando
      e più vivo s’accende;
55nell’acqua fulmineo si precipita:
      si sprofonda nel mare;

e l’acqua in cui è caduto
      s’allarga in cerchi molteplici,
e dall’abisso un bellissimo
      60ignoto giovanetto vien fuori.

Lieve passa come per un uscio
      da una fessura della finestra
ed ha in mano uno scettro
      coronato di fiori di canna.

65Pare un giovin Voivoda
      dai capelli di morbido oro,
ma un livido sudario ha gittato
      su gli omeri nudi.

Ma l’ombra del suo viso perlaceo
      70è bianca come cera:
è un bel morto dagli occhi vivaci
      che lanciano scintille.

Dalla mia sfera mi fu difficile a scendere
      per rispondere al tuo richiamo:
75sappi ch’è mio padre il Cielo
      e mia madre l’onda del Mare.

Per entrar nella tua stanza
      e contemplarti da vicino,