Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/137

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intera ai birbanti che mi hanno accusata, o ai miserabili che hanno creduto alla calunnia.

— Che donna! - pensò don Gonzalo, sentendosi ribollir sempre più veemente nelle vene il suo nascente amore.

Alla parola miserabili, il direttore fece: Oh! ma non prese le difese del procuratore del re e del giudice istruttore, i due compresi in quell’epiteto un po’ ingiurioso.

Disse soltanto:

— Bisogna però ammettere che il signor procuratore del re si sia fondato su qualche cosa, per poter venire all’estremo del suo arresto.

— Io non so davvero su che cosa si possa essere fondato il signor procuratore del re rispose fieramente la Ida. - A me pare evidente una cosa sola. Se, prima di arrestarmi, il signor procuratore del re si fosse rivolto a chiedere informazioni di me a colui che in questo affare sarebbe il vero e solo danneggiato, io non potrei essere in questo luogo.

Salvo che il signor duca Delpardo non sia divenuto il più finto o il più debole degli uomini, è impossibile che egli non dicesse tali cose al signor procuratore del re e al signor giudice istruttore, per le quali la mia innocenza sarebbe risultata chiara, evidente, manifesta, indiscutibile.