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Pagina:Eneide (Caro).djvu/123

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82 l’eneide. [770-794]

770Lo tenne ascoso, a l’aura si dimostra,
Quando, deposto il suo ruvido spoglio,
Ringiovenito alteramente, al sole
Lubrico si travolve, e con tre lingue
Vibra mille suoi lucidi colori.
     775Seco il gran Perifante, e ’l grand’auriga
D’Achille, Automedonte, e lo stuol tutto
Era de’ Sciri; e di già sotto entrati,
Fiamme a’ tetti avventando, ogni difesa
Ne facean vana. E qui co’ primi avanti
780Pirro con una in man grave bipenne
Le sbarre, i legni, i marmi, ogni ritegno
De la ferrata porta abbatte e frange,
E per disgangherarla ogni arte adopra.
Tanto alfin ne recide che nel mezzo
785V’apre un’ampia finestra. Appaion dentro
Gli atrii superbi, i lunghi colonnati,
E di Priamo e degli altri antichi regi
I reconditi alberghi. Appaion l’armi
Che davanti eran pronte alla difesa.
790S’ode più dentro un gemito, un tumulto,
Un compianto di donne, un ululato,
E di confusïone e di miseria
Tale un suon che fería l’aura e le stelle.
Le misere matrone spaventate,


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