Pagina:Eneide (Caro).djvu/146

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[20-44] libro iii. 103

20Meco traendo e ’l mio figlio e i miei numi
A l’onde in preda, e de la patria in bando.
     È de la Frigia incontro un gran paese
Da’ Traci arato, al fiero Marte additto,
Ampio regno e famoso, e seggio un tempo
25Del feroce Licurgo. Ospiti antichi
S’eran Traci e Troiani; e fin ch’a Troia
Lieta arrise fortuna, ebbero entrambi
Comuni alberghi. A questa terra in prima
Drizzai ’l mio corso, e qui primieramente
30Nel curvo lito con destino avverso
Una città fondai, che dal mio nome
Enèade nomossi; e mentre intorno
Me le travaglio, e i santi sacrifici
A Venere mia madre ed agli Dei,
35Che sono al cominciar propizi, indico:
Mentre che ’n su la riva un bianco toro
Al supremo Tonante offro per vittima,
Udite che m’avvenne. Era nel lito
Un picciol monticello, a cui sorgea
40Di mirti in su la cima e di corgnali
Una folta selvetta. In questa entrando,
Per di fronde velare i sacri altari,
Mentre de’ suoi più teneri e più verdi
Arbusti or questo, or quel diramo e svelgo


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