Pagina:Eneide (Caro).djvu/208

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[420-444] libro iv. 167

420Con quai parole assalirà, con quali
Disporrà mai la furïosa amante?
Pensa, volge, rivolge: in un momento,
Or questo, or quel partito, or tutti insieme
Va discorrendo: ed ora ad un s’appiglia,
425Ed ora a l’altro. Si risolve alfine:
E fatto a sè venir Memmo, Sergesto,
E l’ardito Cloanto: Andate, disse,
Raunate i compagni: itene al porto:
E con bel modo chetamente l’arme
430Apprestate e l’armata, e non mostrate
Segno di novità nè di partenza.
Intanto io troverò loco opportuno,
E tempo accommodato, e destro modo
D’ottener da quest’ottima regina,
435Che da lei con dolcezza mi diparta,
Nulla sapendo ancor di mia partita,
Nè sperando tal fine a tanto amore.
     A l’ordine d’Enea lieti i compagni
Obbedîr tutti; e prestamente in punto
440Fu ciò che impose. Ma Didon del tratto
Tosto s’avvide: e che non vede amore?
Ella pria se n’accorse; ch’ogni cosa
Temea, benchè secura. E già la stessa
Fama importunamente le rapporta


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