Pagina:Eneide (Caro).djvu/325

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284 l’eneide. [970-994]

970Ilo, Assáraco, Dárdano, quei primi
De la gran Troia fondatori e regi.
Veggon da lunge le vane arme e i carri
A lor d’intorno, e l’aste in terra fisse,
E gli sciolti destrier per la campagna
975Vagar pascendo; chè ’l diletto antico
E de l’armi e de’ carri e de’ cavalli
Gli segue anco sotterra. Indi altri altrove
Scorgono, che da destra e da sinistra
Convivando, e cantando, sopra l’erba
980Si stanno assisi, ed han di lauri intorno
Un odorato bosco, onde il Po sorge
Sopra la terra, e spazïoso inonda.
     E questi eran color che combattendo
Non fur di sangue a la lor patria avari;
985E quei che sacerdoti erano in vita
Castamente vissuti, e quei veraci
E quei pii c’han di qua parlato o scritto
Cose degne di Febo, e gl’inventori
De l’arti ond’è gentile il mondo e bello,
990E quei che, ben oprando, han tra’ mortali
Fatto di fama e di memoria acquisto;
Cui tutti, in segno di celeste onore,
Candida benda il fronte orna e colora.
     A questi, ch’a la vergine sibilla


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