Vai al contenuto

Pagina:Eneide (Caro).djvu/433

Da Wikisource.
392 l’eneide. [1045-1069]

1045Sopra d’un ruinoso acuto scoglio
Agli spaventi de le furie esposto.
E scevri eran da questi i fortunati
Luoghi de’ buoni, a cui ’l buon Cato è duce.
     Gonfiava in mezzo una marina d’oro
1050Con la spuma d’argento, e con delfini
D’argentino color, che con le code
Givan guizzando, e con le schiene in arco
Gli aurati flutti a loco a loco aprendo.
E i liti e ’l mare e ’l promontorio tutto
1055Si vedea di Leucáte a l’Azia pugna
Star preparati; e d’una parte Augusto
Sovra d’un’alta poppa aver d’intorno
Europa, Italia, Roma e i suoi Quiriti,
E ’l senato e i Penati e i grandi iddii.
1060Di tre stelle il suo volto era lucente.
Due ne facea con gli occhi, ed una sempre
Del divo padre ne portava in fronte.
Ne l’altro corno Agrippa era con lui
Del marittimo stuolo invitto duce,
1065Ch’altero, e ’l capo alteramente adorno
De la rostrata sua naval corona,
I venti e i numi avea fausti e secondi.
     Da l’altra parte vincitore Antonio,
Di vèr l’aurora e di vèr l’onde rubre


[669-686]