Pagina:Eneide (Caro).djvu/459

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418 l’eneide. [545-569]

545Gli uscì l’alma di purpura vestita.
     Con questa occisïon di buia notte
E di furtivo agguato il buon garzone
Fervidamente instava. E già rivolto
S’era contro a la schiera di Messápo
550Là ’ve ’l foco vedea del tutto estinto,
E là ’ve i suoi cavalli a la campagna
Pascean legati; allor che Niso il vide
Che da l’occisïone e da l’ardore
Trasportar si lasciava. E brevemente:
555Non più, gli disse, chè ’l nimico sole
Ne sorge incontra. Assai di sangue ostile
Fin qui s’è sparso: assai di largo avemo.
Molt’armi, molt’argenti e molt’arnesi
Lasciaro indietro. I guarnimenti soli
560Del caval di Rannète e le sue borchie
Eurïalo si prese con un cinto
Bollato d’oro, un prezïoso dono
Che Cèdico, un ricchissimo tiranno,
A Remolo tiburte ospite assente
565Fece in quel tempo. Remolo al nipote
Lo lasciò per retaggio e questi in guerra
Ne fu poscia da’ Rutuli spogliato:
Quinci gli ebbe Rannète, e quinci preda
Fur d’Eurïalo al fine. Egli gravonne


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