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174 capitolo iv




B - L’acquisto psicologico dei concetti geometrici.


§ 14. Posizione del problema.

Abbiamo visto che la valutazione delle esperienze conduce ad ammettere varie Geometrie fisicamente possibili, e la critica matematica scopre perfino la possibilità di rappresentare un medesimo sistema di ipotesi sullo spazio reale, mediante sistemi diversi di concetti e di postulati. Ma nonostante l’arbitrarietà che rimane così alla costruzione geometrica, sta in fatto che l’intuizione, quale si trova in ogni mente formata, opera una scelta, costruendo la rappresentazione di uno spazio psicologicamente definito. Pertanto nasce il problema, interessante per lo psicologo, di spiegare codesta intuizione.

Ma in qual senso è da ricercare la spiegazione?

La risposta oscilla fra due vedute direttrici opposte, che si contendono il campo: il nativismo e l’empirismo. Dalla tesi kantiana che «i rapporti spaziali sieno rapporti che la mente scorge fra sensazioni possibili» deriva il nativismo, riattaccante l’intuizione di codesti rapporti alla struttura anatomo-fisio-psicologica dell’uomo. Dalla tesi che «i rapporti spaziali faccian parte del dato dei sensi (vista, tatto ecc.)» la filosofia empirica trae che la intuizione, o visione immaginativa delle relazioni spaziali, sia la semplice ripetizione di sensazioni anteriori e si riduca infine ad una somma di conoscenze o di fatti percepiti.

Ora le premesse del nativismo e dell’empirismo appariscono entrambe, fino ad un certo punto, vere, ma le conseguenze che se ne traggono unilaterali ed incompiute. Il nativismo ragiona come se potesse pensarsi una psiche formata anteriore all’esercizio dei sensi e indipendente dal mondo esterno; l’empirismo riduce invece tutta l’attività psichica ad una ricettività passiva.

I due indirizzi tendono a conciliarsi nella ricerca di spiegare l’intuizione spaziale come uno sviluppo psicologico da sensazioni, in cui si tenga conto della struttura del soggetto.


§ 15. Rapporti col problema biologico dell’orientazione spaziale.

Ma il problema si complica, sovrapponendosi alla ricerca psicologica una ricerca biologica, apparentemente pregiudiziale.

Alla tesi empirica che i rapporti di posizione fan parte del dato dei sensi, i nativisti contrappongono la veduta che «una conoscenza dei rapporti di posizione si può riguardare come implicita nell’uso stesso dei sensi (adat-