Pagina:Epistole di Dante Allighieri.djvu/10

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rispondere, aver l’Allighieri servito all’animo di Caterina inchinato a profonda venerazione nel cospetto della maestà cesarea, massime parlando a donna tutta pia e religiosa, quale si fu Margherita. Aggiungi, che la data della prima fra le tre si raffronta a quella dell’Epistola ad Arrigo — «Faustissimi cursus Henrici Caesaris ad Italiam anno primo» — ; e parecchie immagini e frasi, che per brevità si tralascia di ripetere, appartengono sicuramente allo stile di Dante. Per le quali ragioni doveano porsi fra le altre sue di virile e severo argomento.

VII. L’Epistola a Maroello Malaspina, settima nel Codice, per più rispetti interessantissima, mi porse il destro ad un tentativo di portar qualche nuovo schiarimento nella controversia lungamente dibattuta fra gli eruditi, quale sia cioè degl’individui di questa celebrata famiglia quegli, a cui Dante intese di dedicare il suo Purgatorio; e di stabilire a quale fra i tanti di essa aventi il nome di Maroello o Morello egli inviasse la lettera presente. E credo (se non mi sono illuso) di non aver fatto vana indagine, secondochè potrà desumersi dall’argomento alla medesima premesso e dalla nota che la sussegue.1

VIII. Niente di particolare ho qui motivo di aggiungere a quanto sarà esposto nell’argomento all’Epistola dall’Allighieri diretta ai nipoti del conte Alessandro da Romena, nel Codice la sesta, fuorchè convenire col sig. Fraticelli che debba datarsi del 1306, per le sagge riflessioni da lui addotte nella nota 7ma al citato Ragguaglio, anzichè del 1308, come opinava il Prof. Witte.

IX. Passeremo adesso a dire dell’Epistola al Cardinale di Prato, ch’è l’ottava del Codice. Ch’essa sia scritta dal nostro Autore, non ha luogo a dubitarne, sebbene non ne porti il nome; perocchè ol-

  1. Nel testo di questa Epistola, poco dopo il principio, L’Arno è denominato Sarno, giusta l’uso antico, e come l’Autore stesso scrive nel Lib. II, c. 6 della Volgare Eloquenza - «quanquam Sarnum biberimus ante dentes» -; e così pare nella Lettera VI ai Fiorentini, e nella prima delle sue Egloghe a Giovanni del Virgilio, secondochè vedremo a suo luogo. Quanto alla data da me appostavi, vedi anche Purgat. c. VIII, v. 133-134.