Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 105 — |
Fu detta degli umani inferi genii,
Men buoni dei terrestri, e nondimeno
Lieti ahch’essi d’onori — Il padre Giove
Fece quindi la terza età di rame,
Dall’argentea diversa, orrida d’armi,
Di Marte intenta ai duri rischi e all’onte
Schiva dei frutti della terra, il fero
Petto avea d’adamante. Età tremenda!
Di gran forza era ognuno: immani braccia
In granati lacerti ognun scotea
Di rame l’armi, le magion di rame,
Di rame ogni opra fean: chè il terso ferro
Non era ancor. Dal proprio braccio domi
Ei piombaro nel crudo Orco profondo
Inonorati, ed abbenchè sì truci
Li attinse il nero fato; e alla corusca
Lampa del sol li tolse — Or quando questa
Età l’abisso sepellì, la quarta
Diede il nume Cronide all’alma terra,
Miglior, più giusta degli eroi la diva
Stirpe, che Semidei per ogni piaggia
::180 – 160