Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/114

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     Chiamò l’etade che la mia precorse.
     Altri la dura guerra in aspre mischie
     Nella Tebe settempila distrusse
     Sovra i campi Cadmei scesi a tenzone
     Per lo trono d’Edipo. Altri pur trasse
     La guerra in nave sopra i vasti flutti
     Per la bella chiomata Elena in Ilio,
     Ove l’estremo fato al sol li tolse.
     Il padre Giove nell’estreme rive
     Lungi dai numi li mandò lor dando
     Vitto e magion dagli uomini divisi,
     E Crono è il loro re. Felici eroi!
     Scevri di cure all’isole beate4
     Vicino ai gorghi d’Oceáno han sede:
     Per essi quel terreno almo produce
     Tre volte all’anno i saporiti frutti.
     Oh nella quinta età non foss’io nato,
     O morto prima, o nato poi! La ferrea
     Etade or viene. Ogni miseria e doglia
     Nè dì, nè notte all’uom posa daranno:
     Cure angosciose gli addurranno i numi;

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