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Se ne nuoce esser giusto, e se il perverso
Trïonfa sull’onesto: il fulminante
Giove però nol patirà, lo spero.
Queste cose nell’alma, o Perse, accogli.
Devoto al giusto, prepotenza abborri:
Chè Giove a leggi assoggettò gli umani.
A belve, a pesci, ai predatori alati
Diè mangiarsi a vicenda: alcuna legge
Loro nol vieta; ma giustizia ei diede
Supremo bene all’uomo. Orquando ei conscio
Il vero attesti, d’ogni ben fia colmo
Dal nume onniveggente; ove all’incontro
Falsi il vero, spergiuri e il giusto offenda,
S’aspetti alta sciagura: infame prole
Lascerà dietro sè, mentre onorati
Verranno i figli del devoto al giuro.
Di sagge cose istrutto altro or dirotti,
O stoltissimo Perse.7 Ordire inganni
È facil cosa: chè la via n’è piana,
E da presso ne stà. Ma i Divi eterni
Fero penosa di virtù la via;
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