Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/122

Da Wikisource.

— 114 —

     Ti rendi se fatichi ed ai mortali:
     Ch’egli hanno il neghittoso in gran disdegno.
     Nessun’onta è il lavoro, onta è l’inerzia:
     Te fatto ricco l’infingardo invidia
     Ben tosto se t’adopri, avendo il ricco
     Ognor sull’orme sue potenza e fama.
     A un provvido mortal qual tu già fosti
     Meglio è il lavoro, e dall’aver degli altri
     Allontanando il desiderio stolto
     Col tuo sudore procacciarti il vitto;
     E questo io ti consiglio. È pudor turpe
     Quel del mendico; quel pudor che tanto
     Giova all’uom, per costui si volge in danno.8
     Penuria di rossor, ricchezza è madre
     Di sicurtà. — Non i rapiti averi,
     Ma quei che un Dio ne dà sono i migliori.
     Che se pure talun per vïolenza
     Fa sè felice delle altrui fortune,
     O con lingua mendace (il che sovente
     Intervien se la mente il lucro acciechi,
     Ed effrenata bramosia la punga),

::369 – 324