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Ti rendi se fatichi ed ai mortali:
Ch’egli hanno il neghittoso in gran disdegno.
Nessun’onta è il lavoro, onta è l’inerzia:
Te fatto ricco l’infingardo invidia
Ben tosto se t’adopri, avendo il ricco
Ognor sull’orme sue potenza e fama.
A un provvido mortal qual tu già fosti
Meglio è il lavoro, e dall’aver degli altri
Allontanando il desiderio stolto
Col tuo sudore procacciarti il vitto;
E questo io ti consiglio. È pudor turpe
Quel del mendico; quel pudor che tanto
Giova all’uom, per costui si volge in danno.8
Penuria di rossor, ricchezza è madre
Di sicurtà. — Non i rapiti averi,
Ma quei che un Dio ne dà sono i migliori.
Che se pure talun per vïolenza
Fa sè felice delle altrui fortune,
O con lingua mendace (il che sovente
Intervien se la mente il lucro acciechi,
Ed effrenata bramosia la punga),
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