Arturo allor lasciando i sacri gorghi
D’Oceàn ne si mostra astro lucente
Al crepuscolo primo; indi la figlia
Di Pandion, la rondinella aleggia,
E col lamento mattutino annunzia
Che primavera è giunta. Allor le viti
Abbi potato, è il meglio; e quando l’afa
Fuggendo cerca la lumaca il rezzo
Strisciandosi dal suolo in sul fogliame,
Viti più non scavar; le falci aguzza,
E sollecita i servi. I seggi ombrosi
Fuggi nei giorni della messe, quando
Il sole adugge i volti, e te dormente
L’alba non colga; ma t’affretta, e sorto
Col dì raguna nel tuo tetto il vitto,
Che bastevolti sia. L’alba n’esige
Dell’opra un terzo,20 l’alba in via n’è scorta,
E n’è scorta al lavor, l’alba che apparsa
Desta le genti, e molti bovi aggioga.
Quando nell’operosa arsa stagione
Fiorisce il cardo, e sulle frondi assisa