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Dall’Elide all’Eubea, dove gli Achei
Attendendo il posar delle procelle
Unir dell’alma Grecia oste infinita
Contro Ilio d’alme femine feconda.
E in Calcide n’andai, dove un agone
Pel prode Anfidamante erasi inditto,
Molti premi offerendo i chiari figli
Ai vincitori. Vincitor nel canto
M’ebbi un tripode ansato, e in don lo appesi
All’Eliconie Muse, ove da prima
Esse del canto mi svegliar la fiamma.
Soltanto questa di naval vïaggio
Sperienza io m’ebbi, eppure all’uopo io tapro
L’alto consiglio dell’Egioco Nume:
Chè arcane cose mi svelàr le Muse.
Poi che dal Cancro adusto il sol si è volto,
Fausta è l’onda al nocchier nei dì cinquanta
Che precorrono il fin dell’incandente
Stagione affaccendata. Infranto il pino
Non fa dal mar, nè i passegger sommersi,
Se pure il nume scotitor dei lidi
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