Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/234

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     Pei piè si tragge infra la mischia rosso
     Di sangue umano giù le pende un manto,
     Guarda feroce e rabida fremisce.
     Dodici teste d’orridi colúbri
     Vi son, terrore a ogni mortale audace,
     Che provochi a tenzon di Giove il figlio.
     E quando questi pugna, odesi il croscio
     Dei loro denti, e balenar le spire
     Vedresti ai feri draghi, onde le macchie
     Spiccano verdi al tergo e nere al collo.
Di cignali selvaggi e di lëoni
     Evvi una torma: guatansi spiranti
     Furor di caccia: vanno insieme a schiera
     L’un dell’altro in sospetto, ed arruffata
     Drizzan la giubba: chè già steso giacque
     Un immane lëone, e due cignali
     Nero sangue sul suolo ancor goccianti,
     E colla giubba nella polve uccisi
     Dai tremendi leon: pur gli uni e gli altri
     Avidi son di rinovar la pugna.
Degli arcieri Lapiti evvi la lotta,4

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