Portate dalle ancelle ardenti tede.
Molli fanciulle vanno innanzi, e segue
Duplice coro. L’uno al suon di argute
Zampogne scioglie il dolce labbro al canto,
E intorno Eco risponde; ordisce l’altro
Vaghe carole della cetra al suono.
Viene d’incontro a questo un altro coro
Di garzoncei trescando a suon di flauto,
Altri intrecciando danze, altri cantando,
Altri vaghi di lazzi: ognun procede
Del flauto a tempo: di tripudi e balli
La città tutta è lieta. — In faccia a questa
V’ha chi inforcando a corridori il dorso
Prendon carriera, ed arator vi sono,
Che raccolta la tunica alla cinta,
Squarcian le opime zolle. Evvi d’ariste
Un ondeggiante campo, e colle falci
Aguzze i mietitor segan le colme
Spighe, di Cere sacro dono, in copia,
Altri ne fan covoni e apprestan l’aia
V’ha chi vendemia d’un falcetto armato,
- 327 – 292