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parte prima. | 175 |
Mefistofele. Veramente io ho per uso di andare incognito. Se non che ne’ dì di gala ognuno sta sull’onorevole, e mostra i sui ordini. Io non ho la giarrettiera che mi segnali, ma quassù è in gran riverenza il piè di cavallo. — Vedi tu là quella lumaca? Ella vien via strisciando lenta lenta, e col menare intorno delle corna ha già avuto qualche fumo di me; ond’io non riuscirei a celarmi dove pure il volessi. Su, vientene; andremo di fuoco in fuoco: tu sei l’amoroso ed io il dimandante. (Ad alcune persone sedute intorno a carboni mezzo spenti) Che fate voi costì in un angolo, miei vecchi signori? Molto vi loderei, se vi vedessi darvi buon tempo nel bel mezzo del trambusto e dell’allegra gioventù; chè ognuno ha tempo di covar le ceneri in casa.
Un generale.
Il mondo è ingrato, e vivere in affanno
Per l’util della patria è gran follia;
Il popol fa quel che le donne fanno;
I giovani vezzeggia e i vecchi obblia.
Un ministro.
Il mondo di dì in dì cade più in basso.
E per me son co’ vecchi; i vecchi onoro;
Chè quando noi facevam alto e basso,
I popoli godean l’età dell’oro.
Un nuovo ricco.
Noi pur non fummo gonzi veramente,
E del ladro anche avemmo un cotal poco;
Ma la fortuna si mutò repente,
Allor che più parea farne buon gioco.
Un autore.
Da chi, da chi i buon libri oggi son letti?