Perdona, e insiem compiangimi!
Solleva il ciglio altero; 220Del tuo sublime spirito
Riprendi ora l’impero:
Meco a fuggir non piegasi
Quella che il cor piagò;
Ebben; d’amore io vittima 225Qui presso a lei cadrò!
Il mio voler non cangiasi;
Qui fermo attendo il fato;
Non il morir, ma il vivere
Paventa un disperato 230Che, altrui cagion d’angoscia
Sol nato è per soffrir!» —
— «Ah dunque più non restami,
Che al fianco tuo morir!»
In così dir scolorasi 235La delicata faccia;
Il piè vacilla, un gelido
Sudor le membra agghiaccia.
Sviene la bella — ei stracciasi
Qual forsennato il crin; 240E intanto appar la rosea
Foriera del mattin.