Pagina:Ferrari - Lotario, Lodi 1867.pdf/48

Da Wikisource.
42


     Grande Iddio, se a’ miei squallidi giorni
Nè brillar deve un’astro seren,
Fa che al lutto di prima io ritorni,
40Ma proteggi, ma salva il mio ben!»

     Così prega. La fronte ei solleva,
Nè più affanna l’anelito il sen;
Più quel ciglio il torpor non aggreva;
Sotto il piè non vacilla il terren.

     45Mesto un riso il suo labbro disfiora;
Sorge; e «o cara, per me non temer,
Sclama; ah tanto invocato ho quest’ora!
Di quest’ora or m’opprime il piacer!»

     Adelaide non ben s’assecura;
50E la destra recandosi al cor,
Del suo fido, l’orribil sventura
Che allontani Dio supplica ognor.

     E sorrider pur tenta, ma il riso
Si scolora sul labbro qual fior
55Ch’aspro gelo cogliea d’improvviso
E obbliato sul cespo sen muor.

     Vanno al tempio; e lor sembra una tomba;
E l’altare di morte il guancial;
Cupo un suono per gli archi rimbomba —
60È la tromba del giorno final.