Pagina:Ferrero - Appunti sul metodo della Divina Commedia,1940.djvu/55

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«Te lucis ante» sì devotamente
Le uscì di bocca, e con sì dolci note,
Che fece me a me uscir di mente.»

Purgatorio, VIII, 13-15


Questo è esattamente il contrario degli impressionisti. E’ inutile voler imitare con dei suoni i rumori della natura. E’ inutile pestare le note basse per fare il tuono, o fare degli arpeggi per imitare il vento, o il ruscello o la tempesta. L’imitazione sarà sempre inferiore alla realtà, e lo sforzo ne farà notare l’impotenza. Mentre nella Pastorale di Beethoven si sente profondamente la campagna senza che ci sia nessun virtuosismo di onomatopeia.

Per uno scrittore che ci dà con tanta esattezza e succulenza la materia è strano che sia così poco sensuale dal punto di vista delle parole.

Petrarca che è infinitamente più povero di parole, è infinitamente più sensuale:

«In ramo fronde, ovver viole ’n terra
Mirando alla stagion che ’l freddo perde,
3E le stelle migliori acquistan forza;...»
«Non vidi mai dopo notturna pioggia
Gir per l’aere sereno stelle erranti,
6E fiammeggiar fra la rugiada e ’l gelo...»

PETRARCA, Canzoniere — In vita di Madonna Laura, canzone XII, strofe III e V.


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