Vai al contenuto

Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/108

Da Wikisource.

leo ferrero

Non avrebbe dovuto inquietare troppo la polizia. Ho capito che questo è un errore. La polizia non sorveglia che quelli che non pensano di scappare e non scopre che piani innocenti e assolutamente pubblici. Per questo si sfoga con noi, che rappresentiamo un boccone prelibato. Son sicuri che non scapperemo e possono quindi mobilitare un corpo d’esercito per dire che ce l’hanno impedito; non nascondiamo nulla; possono così scoprire — grazie alle loro sagaci intuizioni — i nostri progetti.


5 Maggio.

A un certo momento sentiamo da tavola, tossire nel giardino. Era notte. Io e papà andiamo a vedere. Si intravvede tra gli alberi, nel buio un carabiniere. Papà grida: «Che cosa fa lei nel mio giardino?». Il carabiniere tremava. Si mette sull’attenti, dice: «Ho avuto l’ordine ». «Lei commette un reato». «Lo


88