Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/65

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diario

II


15 Novembre.

Altri amici intimi si precipitano a casa nostra con la stessa notizia di Fidelio e gli stessi consigli: «Papà parta subito, il nostro portinaio è un agente della questura, la nostra cuoca ci fa la spia, il nostro telefono è sorvegliato, la nostra posta aperta, ecc. ecc.».

«E’ inutile che parta — dice papà — . A Roma, all’albergo dovrei declinare nome e cognome, sarò reperito più facilmente che a casa mia. Di persone per bene a cui ricorrere non ho che il Senatore Tittoni, Presidente del Senato. Scriverò a lui esponendogli il caso. O la mia lettera agisce o non agisce. Se agisce non ho bisogno di partire, se non agisce, non ho che da lasciarmi arrestare e mandare al confino ».


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