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e tu, Pallade, dea dall’occhio limpido
come una lacrima di fanciulla
- Siate propizi alla povera casa d’Ulisse
che sta precipitando.
- Siate propizi alla nostra Regina
che da vent’anni piange.
- Siate propizi al giovane Telemaco
e fatelo simile a un Nume.
PENELOPE
(dal Tempio)
Siate propizi al giovane Telemaco
e io vi faró sacrificio sull’are
sacre di dieci candide giovenche!
(Penelope, sola, esce dal Tempio. Le ancelle rimangono a compiere i riti del sacrificio e a supplicare gli Dei)
(entra Ulisse e Penelope cambia subito voce e atteggiamento. Nasconde le lacrime e si volge benevolmente all’Eroe)
PENELOPE
Buon vecchio, dimmi, chi sei tu? Da lungi
vieni, a veder la tua stanca persona.
Qui non ti vidi mai.
ULISSE
Vengo da un mare
che non conosci e dall’estreme terre.
Ma dolci cose ti potró narrare.