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umana investigazione si può dimandare vera scienza se essa non passa per le matematiche dimostrazioni»6?

Questa ricchezza confusa spiega come ogni critico abbia visto in Leonardo un mondo diverso.

Tutti gli uomini, in fondo, hanno caro che un autore sia piuttosto come vogliono loro, che com’è lui. Questo è un istinto umano. Se guardiamo in noi, dovremo confessare che dinanzi ad ogni autore arriviamo con un’opinione prestabilita. Non potremo dunque, neanche noi, renderci conto di quanto l’abbiamo deformato, poichè ci avviciniamo a lui pronti a sentire certi richiami, e ad altri già sordi. Leonardo s’è prestato splendidamente al gioco di questo egotismo filosofico.

È passato come un glorioso precursore dei positivisti. Ora se ne fa un idealista. Non Croce7, che scoraggito dalla indocilità del soggetto, ha rinunziato a metterlo tra i filosofi e non ha visto nel Trattato che un’autobiografia pittorica (e di questa opinione è anche A. Springer8 ma, con molti altri, Lionello Venturi, che nel suo magnifico libro sulla critica e l’arte di Leonardo9, ne fa senz’altro un idealista. Stewart Houston Chamberlain10 vede in Leonardo un kantiano pre-