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rale, nonostante il gioco filosofico che l’ha voluto distruggere, ha continuato a commuovere gli uomini e non ha perso, come sanno coloro che vogliono comprare una villa in campagna e amano le vedute larghe e le finestre aperte su dolci e vasti orizzonti, neppure il suo valore economico.

Faccio anzi notare come gli uomini godano il bello naturale assai più profondamente che quello artistico. Chi non ammira un bel paesaggio, o una bella donna, o un bel uomo? Tutti almeno sentono il bisogno, guardando il mondo, di giudicarlo. Tutti, quando si tratta di scegliere fra due bellezze della natura, sanno che cosa preferiscono e smaniano di dirlo; ed è una conferma del loro piacere il fatto stesso che gli uomini sentano il bisogno di esprimere su questa materia un giudizio e godano esprimendolo; perchè chi non gode davvero e non trabocca di un sentimento non si strugge nemmeno di confidarlo. Pochi invece, a paragone di tutti gli uomini che giudicano della bellezza naturale, sentono il bisogno di giudicare le opere d’arte e godono giudicandole.

Del bello artistico parleremo tra poco; chiedo, intanto, che si tenga conto di quello che abbiamo rilevato a proposito del bello natu-


11. Ferrero