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principii e critica in vasari 131


pallottolano, e finalmente la spianano bene bene, pulita pulita dinnanzi al pubblico. Il libro è trafitto da raggi X. Si deforma e riforma come quei giocattoli di carta giapponese, che a scuoterli mutano di struttura e di tinte. Non è possibile che questo sia lo stesso lavoro di Giorgio Vasari. Li chiamano critici tutti e tre, non so davvero per quale ragione; ma appartengono a due mondi diversi e si prefiggono dei fini inconciliabili.

Firenze, 11 Aprile

Sí, Vasari e i critici moderni si può dire che si contrappongano. Ma tutti oggi dovrebbero rileggere Vasari, non già per imparare la storia dei nostri artisti, ma per studiare il quadro di una perfetta civiltà intellettuale. Vasari non è tanto importante come critico d’arte quanto come maestro di civiltà. Maestro e prodotto nello stesso tempo. I fini che si proponeva non avevano a che fare nè punto nè poco con quelli che ci proponiamo noi, e giudicarlo alla stregua dei nostri critici è una fatica inutile e forse ingenua; ma quelli che a noi sembrano i suoi errori e le sue fiacchezze sono invece, dal suo punto di vista, dei segni di gloria, delle prove di grandezza. Mutando i punti di vista, mutano le prospettive. Perchè ci accorgiamo di questo inganno dell’occhio, quando siamo tra le montagne, e non ce ne accorgiamo quando spaziamo attraverso la storia?


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