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Ribasso, e dello scavo del piombo, della cui miniera pure si fosse avuto alcuna traccia, non accade il dire; poichè, o fosse mancanza di sufficienti ricerche o poca speranza di riuscita, non si ha che mai se ne abbia ottenuto successo di qualche importanza, e appena i più esperti della Valle ne saprebbero per avventura indicare i luoghi a cui si legano le incerte tradizioni di antichi ritrovamenti di così fatti metalli. Egualmente incerta è l’esistenza o almeno l’entità di qualche miniera d’oro che fosse nella Valle; o almeno non si ha accertata memoria che mai si sia trovato conveniente di tentarne lo scavo o la riduzione. Però è a nostra memoria che alcuni della Valle, sulle tracce di vetusti indizi, intrapresero uno scavo nelle falde della Presolana. Ma fatto assaggiare il minerale che ne estrassero, non ne ebbero infatti lo sperato vantaggio, e abbandonarono l’impresa1. Non così parea che dovesse avvenire delle non poche preziose cave d’argento, che per quanto ora sieno disusate e mal note, furono nel medio evo tenute in conto di sì ricchi proventi sì della Valle che dello stesso Municipio di Bergamo, da dovercene certo increscere il totale abbandono. Ma la mutata condizione dei tempi, la difficoltà dell’escavazione, la scarsezza forse anche del minerale ottenuto, e certo lo scemato valor del metallo ha persuaso ai vecchi della Valle di abbandonare non si sa quando o come questa particolare escavazione delle già famose nostre miniere d’argento; nè si saprebbe ben dire se mai convenisse di ritentare questa non facile ed incerta sorgente di nostrale ricchezza.
Ma quando pure non fossero da ritentare escavazioni di altre miniere, quelle sole del ferro, e per la perenne abbondanza e per l’eccellente qualità, dovrebbero ridestar l’attenzione su questa un tempo così ubertosa ed ora quasi