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Or Iesú dunque, poi risalutato
ch’ebbe ’l maggior di quanti uscir di donna,
disse: — Vuol l’alto Padre che spogliato
sia l’uomo mio tre volte d’esta gonna:
una, mentr’or da te sia batteggiato;
l ’altre, quando ’l darò de la colonna
a li flagelli e de la croce a’ chiodi;
e chi sciorrá la fé di questi nodi ? —
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Risponde a lui Giovanni : — Me del vostro
bel fonte, Signor mio, bagnar dovete.
Salute il vostro fa; cotesto nostro
non purga macchia né racqueta sete.
Sol io del vostro campo il frutto mostro
come chi ’l seme sparge ed altri il miete;
lavo la carne sol, voi sol la mente;
chiamo gli ebrei, voi l’una e l’altra gente.
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— No, no — disse ’l Signor — anzi ch’io prima
far voglio che mostrar giusticcia e legge! —
Cosi parlando sceser giú ne l’ima
falda tra croste e marmoricce schegge:
ivi riman del fiume un’acqua illima
u’ van scherzando le squamose gregge,
luogo d’ombre adornato e chiare linfe,
che ’l manto van diria «casa di Ninfe».
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Qui grossa ed alta pietra fassi scudo
tra loro e ’l popol che lontano aspetta.
Con temorose man quel corpo nudo
lava Battista, e l’onda vien piú netta.
Stavvi Natura e vuol con ogni studo
essempio trar di forma si perfetta.
Come pittor che, mentre pinge, invidia
qualch’opera d’Apelle o Zeusi o Fidia
T. Folengo, Opere italiane - n.
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