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Ma, qual buon schermitore, il gioven santo
de l’aversario i colpi e l’arte intende:
qui, de le sacre lettre sotto ’l manto,
d’eretici la peste giá comprende
e di coloro ch’oggi si dan vanto
sapere e dire ad altri ove si stende,
qual termine si sia d’essa Scrittura
fatta da lor piú viluppata e scura.
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Risponde: — La sentenzia è ben verace,
ma falso e mentitor chi proferilla,
si eh ’essa in guisa di preclara face
perdéo fra le tue labra ogni scintilla.
Savio chi, ’1 puzzo avendo in bocca, tace;
simil è ’l vino al vaso donde stilla.
Va’ ché gli è scritto il vero, e tu sol menti:
il tuo signor Iddio fa’ che non tenti! —
78
Allora, vinto nel secondo assalto,
d’ira negli occhi avampa e piú s’ indraga.
Portalo a Sina, ove mostrògli d’alto
quant’è di terra e quanto mar s’allaga.
— Or ecco — disse — il mondo! e s’io t’exalto
del tutto re come la mente ho vaga
di fare a chi piú ’l merta, che dirai?
ma, chino a’ piedi miei, m’adorerai! —
79
Non puote allor nel giovenetto umano
non mostrar sdegno la divina parte,
la quale il primo ed il secondo vano
argomento volpin mandò da parte,
né disdegnossi dare a quel profano
il testimon de le divine carte.
Sostenne ambe le sue, ma vede questa
esser del Padre ingiuria manifesta.