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E mentre s’apparecchia il modo e l’ora
di dar travaglio a pace, morte a vita,
ecco ad un tratto veggono di fuora
de la citade uscir gente infinita.
Tal cosa piú lor cruccia, morde, accora
e d’appiccar se stessi piú gl’ invita,
ch’ove con pietre cercan di spezzarlo,
la turba vien con palme ad onorarlo.
ÓI
Eran duo’ degli apostoli con fretta
tornati allor da non so qual castello,
mandati lá per trarne l’asinetta,
cantata giá tant’anni, e l’asinelio,
ch’avesse ad esser la giumenta eletta,
in cui sedesse il mansueto Agnello
per girsi al sacrificcio de la croce,
squarciato e rotto, senza mai dar voce.
62
Tutti, seguendo l’amoroso Piero,
da dosso i propri manti si le varo,
e d’essi a quel ginetto, a quel corsiero
l’arzone e gli altri addobbamenti ornáro.
Montavi sopra il forte cavagliero
per gire a far di sé noni ’alto e chiaro:
va l’ animai né giá calcar si sente
da chi nel pugno ha ’l mondo e la sua gente.
63
Quel giovenetto e tenero polletro,
che ’n sé di gentil popolo tien forma,
correndo a la Giudea sua madre dietro,
non ha segnale ancor di legge e norma:
avrá sol cura di domarlo Pietro,
di Cristo pur, non di Moisé, per l’orma,
e ne verrá si forte, che per soma
si porterá Cartago, Atene e Roma.