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Giá su nel del piú spazioso e terso
dove l’ immensa gioia sempre dura,
fansi atterrar dal re de l’universo
intorno a sua cita le grosse mura;
ché vuole il racquetato Padre verso
il prodigo figliuol qualsia struttura
d’argini e torri ornai non sia d’impaccio
a l’anime ch’a lui verranno in braccio.
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Cosi del ciel al regno pareggiarsi
quell’uomo può ch’abbia duo’ figli soli,
quando ’l minor (parendogli che scarsi
alcuni troppo sian ver’ lor figliuoli)
si disse al padre: — Mal può contentarsi
la voglia mia se ’n ciò non mi consoli,
che mi dia parte di quel c’ hai testato,
quando che teco star non m’è piú grato. —
62
Tacque l’accorto padre e poscia il prega
ch’a brame si sfrenate metta freno:
ma quel non l’ode né s’arretra o piega
dal destinato calle d’error pieno:
i cinque sensi co’ piacer fan lega,
ove lo sconcio e giovenetto osseno
tanto le mani oprò, gli piedi ed occhi,
ch’andò prigion di fame e di pedocchi.
63
Putte, giochi, taverne, pompe e balli
a pascersi co’ porci l’han condotto;
e quel che ber solea ne’ bei cristalli
del loro fango a bersi s’è ridotto.
Pentesi alfin, riconosciuti i falli,
gittasi a terra e, un lacrimar dirotto
incominciando, ripensava il bene
ch’avea col padre e ’l mal ch’allor sostiene.