Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/104

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Or detto abbiam piú forse non conviensi
pur con ragion, in pronto mentre vidi
tal, che mi fece altrove andar i sensi.
70Dico Esaia, il qual, fra gli omicidi
sacrati a Dio, la serra d’alto a basso
tutto partillo negli ebraici lidi.
Egli dunque levossi e, come lasso,
sostiensi a quel del sangue suo vermiglio
75dentato ferro, e parla cosi basso:
— Ecco, per don celeste, alto consiglio
del Nume eterno ed uno in trinitade,
conciperá tal Verginella un Figlio;
che, di Dio piena sol, senza unitade
80di mortai uomo, partorendo, pure
serberá dentro le incorrotte strade.
Ma quel nato Figliuol di due nature
fia menzionato in terra il «Dio con noi»,
che salvar tutti e trarci al ciel procure. —
85Qui s’alza Geremia fra gli altri eroi,
alle catene conosciuto ed anco
ai sassi, onde conchiuse i giorni suoi.
Questi gli empion le mani, quelle il fianco
e collo han cinto, e, cosi carco, verso
90noi queste rime disse, afflitto e stanco:
— L’immenso Fondator dell’universo
d’un’alta novitá fa degno il mondo,
che dal ben far tant’anni va diverso.
La Vergine, non manco di cuor biondo
95clic de’ capei, che del bel viso onesto,
circonderassi un Uom alto e profondo:
alto di deitá, profondo al resto
d’umilitá, ché Dio, fatt’uomo, viene
col sangue suo purgar l’antico incesto. —
100Egli s’asside; ed Esdra il libro tiene,
che scritto avea di molte carte e molte;
né cosi disse men degli altri bene: