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CANTO IV

Manda Dio Padre l’angelo Gabriele in terra.
Costume de’sacerdoti del tempio della tribú di Levi.
— Dal primo giorno eli’ebbe il Padre eterno
degli elementi il fosco grembo rotto,
dond’usci il ciel, la terra, il mar, l’inferno,
cinque mill’anni cento e novant’otto
5son giá voltati, ed al baston romano
ha Dio soggetto quanto è qui di sotto.
Or, come puoi sapere, Ottaviano
tiene il furor dell’arme incatenato
e per la pace chiude il tempio a Giano,
io Giá Febo a noi, nel bianco ’l’auro entrato,
mentre partiva il raggio suo vivace
donde rinverde il bosco, infiora il prato,
e mentre all’aurea etade, al l’aurea pace
zefiro dolce aspira, e all’ore lente
15dolce garrir di vari augei non tace,
sovvenne al sommo Padre onnipotente
compiuti esser giá gli anni, che il suo Figlio
dovea slegar l’incarcerata gente.
Questo decreto nel divin consiglio
20fa allor che Adamo, accolto al mal lacciuolo,
trasse noi seco al suo perpetuo esiglio.
Stando di tre persone dunque un solo
eterno Dio, supremo ed infinito,
parlò in se stesso e disse: — Va’, Figliuolo!
25Va’, Figlio, in carne al mondo, e del Cocito
rompi le porte e tranne l’uomo nostro,
dove sta cieco, immondo ed invilito.