Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/218

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Volan le trombe, e quinci e quindi i messi
spargon di Salomon le grazie, il senno:
corron a udirlo genti d’ambo i sessi.
70L’alta regina Saba, eh’ad un cenno
corre di sapienza al vivo fiume
(né in quattro etá gli ebrei cotanto fenno),
stupisce al grave aspetto, al bel costume,
al dir soave, al gran consiglio, al senso,
75all’intelletto, all’arte, al vivo acume.
Offregli l’oro come a re che immenso
sta sovra gli altri, e come a sacerdote
ofiregli mirra ed odorato incenso.—
Cosi cantando in leggiadrette note,
80cosa ci apparse che interruppe a lui
la bocca piena, a noi le orecchie vote.
Sferica fiamma e illustre in capo a nui
fece piú giri ed ampie rote; poscia
fermò sopra il presepio i raggi sui.
85Sembianza di gran stella avea, che roscia
fa l’aria intorno come ardesse il foco:
di che mi venne al cor subit’angoscia.
Senza pensarvi suso almen un poco,
lá m’avventai, com’uom che vede a caso
90essersi appreso alla sua stanza il foco.
Era nel bosco il mastro mio rimaso,
ed io, correndo nell’uscirne fuora,
pien d’allegrezza fui, di téma raso,
perché una squadra nobile, ch’onora
Q5 tre re nel mezzo, d’oro e gemme ornati,
veggo gir dove il nuovo Sol dimora.
So che divinamente ivi guidati
fur da quel vivo lume, e, giá discesi
di lor camilli, al Figlio son entrati.
100Córrevi la cittá, ché giá piú mesi
ed anni e lustri e secoli passáro,
che di tanto stupor non mai fúr presi.