Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/225

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L’Agnello ho meco, la cui lana bianca
140tonder porrai, ch’ei mutolo starassi:
vendendo lei, da creditor sei franca.
E tutto d’òr e tutto fin darassi
a te, che il compri vii, che il vendi caro;
non intier no, ma rompilo e fracassi.
145Ponlo al macello, tránne il sangue chiaro;
sangue c’ha sol virtú, chi ’l bee, chi s’unge,
sciòr ciascun membro pestilente e raro. —
Cosi parlava il giusto; e, mentre punge
e accenna il somarei ch’afTretti, entramo
150le regai porte, ed ove al ciel si giunge
il ricco tempio, a por le salme andiamo.