Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/59

Da Wikisource.

CANTO XII

Apparizione della sibilla persica.
Discorso di due leggi. — Palermo siciliano.
Dall’alto verde ciel, dove due cori
pendean d’alati e bianchi fanciulletti,
la musica spari tra fronde e fiori.
L’atto secondo insieme fu coi detti
5d’Esler compiuto; ed io, vólto al pastore,
gli narro alcuni in me pensier concetti.
Spinsemi il saggio d’ogni dubbio fuore,
siccome di soggetti e occulti sensi
delle Scritture buon conoscitore,
io Gravi mister, sopr’ogni stima immensi,
di quelle sei persone mi dipinse
e come i versi lor snodar conviensi.
Delle tre fiere il fatto ancor distinse,
gli abiti e moti lor e quanto apparse,
15e tutto al suo mora! soggetto strinse.
Felice lui, che cosi ben le sparse
sue voglie accolse in un desir ardente
di piú piú sempre al ciel da terra alzarse !
Però quell’almo Spirto, che non mente
20(ché non fallisce ch’il ben cerca e chiede),
degnossi al gran Palermo aprir la mente.
E come al fido Abramo grazia diede
veder tant’anni innanzi Cristo in carne
per quella ch’era in lui vivace fede,
25ed indi un raggio all’intelletto trarne
e l’alto Dio veder far uomo e tórre
di croce l’ignominia per salvarne;
cosi degnossi a questo padre sciòrre
le ricche vene di quel gran mistero,
0
che per le sante carte occulto scorre.