Pagina:Folengo, Teofilo – Opere italiane, Vol. III, 1914 – BEIC 1822407.djvu/77

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Cosi mi disse il vecchio, e fuor le sponde
del nato allora limbo gravi e tarde
una poi l’altra uscian persone bionde:
pallide e bionde; ma lampeggia ed arde
35d’amorosi desii la vista loro;
né alcuna v’ha, che al ciel non sempre guarde.
Cingon lor cave tempie chi d’alloro,
chi d’edera vivace o palma e oliva,
e chi sopra il bel verde di fin oro.
40L’uomo, che innanzi a tutti ne veniva,
ha la sua moglie a mano, un figlio a fianco,
e il pomo tien, che noi del cielo priva.
Va presso a lor Noè, canuto e bianco,
con l’arca in mano, di animai conserva,
45un figlio al lato destro, l’altro al manco.
Segue il buon vecchio Abramo, e ognun l’osserva;
nudo ha il coltello, e duo figliuoli appresso,
un della moglie, un altro della serva.
Quel della moglie porta da se stesso
50il fascio delle legna, ove giá fue
dal padre ad esser vittima su messo.
Iacob è loro a spalle con le due
madri d’un popol grande, ed ha la scala
in cui gli aperse Dio le gioie sue.
55Ioseppe il bello ha seco, che la mala
invidia de’ suoi frati giá vendette;
ma Dio francollo e tennelsi sott’ala.
Vien dopo Mòse con le tavolette
de’ dieci incarchi a noi da Dio rescritti :
60felice chi a portarli si sommette!
Aron e Samuèl, con gli occhi dritti
al ciel, insieme vanno, e poi quel forte
ch’ebbe li filistei piú volte afflitti.
11primo in vista par che si conforte
65d’una sua verde verga, eh’è fiorita,
e giá fu secca ed ebbe foglie morte.